Oggi Carla Ferraris per la nostra rubrica “Donne e Arte”, ci parla di Levina Teerlinc.
Levina Teerlinc (Bruges,1510–1520–Londra,1576) è stata una miniatrice fiamminga cinquecentesca.
Lavorò per la famiglia Tudor, in particolare per Edoardo VI, Maria I ed Elisabetta I e fu l’iniziatrice, insieme a pochi altri, della tradizione dei ritratti miniati in Inghilterra.
Seconda di cinque sorelle, figlie di un rinomato miniatore, Levina potrebbe aver lavorato nella sua bottega prima del suo matrimonio.

Nel 1545 si trasferì con il marito George Teerlinc of Blankenberge in Inghilterra.
Durante il periodo inglese fu pittrice di corte per Enrico VIII e gentildonna di corte nelle case di Maria I ed Elisabetta I.
La Teerlinc è conosciuta soprattutto per il suo ruolo fondamentale nello sviluppo dei ritratti miniati. I documenti confermano che fece numerosi ritratti di Elisabetta I, sia della regina sola che in compagnia di importanti personaggi della corte.
Ma l’attribuzione delle opere della Teerlinc è difficoltosa perché queste non sono sempre firmate. In ogni caso esistono alcune opere che le vengono attribuite con una certa sicurezza in quanto era l’unica importante miniatrice attiva alla corte inglese tra la morte di Holbein (1543) e l’arrivo di Hilliard dopo il 1570.
Durante la fine del regno di Enrico VIII infatti, la monarchia inglese rimase senza un miniaturista.
Levina Teerlinc alla corte dei Tudor ha mantenuto la sua posizione di capo pittore sotto la sovranità di Edoardo VI e Maria I, che commissionarono a questa artista miniature e alcuni manoscritti.
Ma fu solo dal regno della regina Elisabetta I che la sua arte acquistò la giusta importanza.
La regina la impiegò continuamente per quasi due decenni, dalla sua ascensione al trono nel 1558 fino alla morte dell’artista nel 1576.
L’autorità artistica di Levina aiuta a definire la realtà privata di Elisabetta I attraverso la miniatura del ritratto. Le miniature erano pezzi “privati”, spesso considerati segni personali di affetto, e di solito venivano posizionati nel palmo della mano o indossati su una collana. Questo mezzo pittorico ha dominato una grande porzione di arte prodotta in epoca elisabettiana.
Anche se gli studiosi hanno tentato di decifrarne l’autenticità, pochi storici dell’arte possono attribuire con fermezza dipinti che appartengono a quest’artista.
Le opinioni divergono anche sull’argomento dipinto; infatti alcuni hanno identificato la sua produzione di dipinti religiosi su piccola scala, altri scene di gruppo e ritratti.
Nelle sue piccole creazioni il “sé privato” emergeva nell’ambito di queste miniature, lontano dagli occhi del pubblico, poiché era un aspetto così riservato che la regina lo teneva lontano dalla sua corte. Si potrebbe discutere sulle questioni della privacy in relazione alla miniatura del ritratto, affermando soprattutto che le miniature erano simboli di amore, dati in dono ai preferiti della regina.
Il ritratto miniato si concentra sul soggetto, mettendo in risalto il viso e le spalle e, a volte, le mani. La miniatura raffigurava un ‘amante, una moglie, un’amica intima, ma soprattutto la donna nella sua totale femminilità.
La miniatura del ritratto di Elisabetta I è una possibile attribuzione alla Teerlinc. Sebbene sia gravemente danneggiata, la postura rigida della regina si mostra in modo regale. In questa rappresentazione, Elisabetta tiene le mani elegantemente in vita. L’artista ha delineato gli occhi, il naso e le labbra con le più minute pennellate, evitando le ombre. La colorazione di questa miniatura ricorda le tonalità trasparenti che si trovano sui manoscritti.
Curioso sapere che Elisabetta, mentre si preparava per una seduta di ritratto, sedeva intenzionalmente nel giardino aperto, evitando gli alberi in modo che nessuna ombra cadesse sul suo viso. Le piaceva infatti quella che considerava una veridicità che emergeva dalle rappresentazioni di sé stessa senza ombre.
L’assenza di ombre profonde che solitamente definiscono gli occhi, il naso e le labbra viene enfatizzata dall’artista con linee tenui. In queste miniature le tonalità trasparenti, il garofano blu o lo sfondo e le minuscole pennellate sono esempi tratti dalle miniature dei manoscritti della scuola Ghent-Bruges.
Levina raffigura Elisabetta in una posizione completamente frontale e non nella posa standard di tre quarti preferita dai colleghi. Quindi, si potrebbe sostenere che lo stile della Teerlinc e le sue miniature abbiano in parte cambiato la ritrattistica regale inglese durante il XVI secolo.
Ha preso in prestito il formato circolare della pittura su pergamena e l’ha applicata al cartoncino, lavorando i lineamenti della modella in modo trasparente su uno sfondo blu. Ha creato gioielli d’oro, ha usato pigmenti d’oro potenziati su ocra. Si può considerare l’aspetto del suo lavoro come diverso, quasi impressionistico dei lineamenti.
I resoconti reali illustrano che la corte inglese la rispettava molto come artista insieme alle sue altre responsabilità cortigiane. Godeva infatti dello status di “gentildonna” e riceveva numerosi doni dai quattro monarchi che serviva, insieme a una rendita vitalizia.
Dal momento che era anche una dama per la regina, ciò avrebbe accresciuto un’ulteriore intimità tra le due donne. La sua stretta associazione con la regina avrebbe inoltre promosso i suoi punti di forza nella pittura di miniature anche del monarca.
Si è detto che a Elisabetta piaceva la veridicità che emergeva dalle sue rappresentazioni senza ombre, e in effetti, lei stessa deve aver svolto un ruolo chiave nel determinare come sarebbe dovuta apparire la sua figura nell’arte.
La Teerlinc dunque è riuscita dove i suoi predecessori (uomini) non sono riusciti: cioè nel creare un’immagine della regina che combinasse una morbidezza femminile sul viso con la postura regale richiesta ufficialmente dalla corte e dai sudditi.La miniatura di Levina è come una poesia privata di Elisabetta I, poiché è stata creata nella privacy degli alloggi della regina, in un ambiente cioè intimo tra donne, con riservatezza e complicità femminile che noi tutte ancor oggi comprendiamo.
{𝚃𝚎𝚜𝚝𝚘 𝚜𝚘𝚐𝚐𝚎𝚝𝚝𝚘 𝚊 𝙲𝚘𝚙𝚢𝚛𝚒𝚐𝚑𝚝 – 𝙵𝚘𝚗𝚝𝚎 𝚏𝚘𝚝𝚘 𝙿𝚒𝚗𝚝𝚎𝚛𝚎𝚜𝚝}
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Carla Ferraris
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