Oggi per la nostra rubrica “Donne e Libri” Alessia Finco ci parla di “Per dieci minuti” di Chiara Gamberale.

In questo lunghissimo anno di pandemia, curiosando tra i vari social network, ho scoperto che in molti avremmo desiderato un valido sostegno psicologico per superare indenni il lockdown!
Siamo rimasti bloccati in casa per un tempo che ci è parso infinito galleggiando in una sorta di limbo costellato da mostri e da paure (reali o presunte).
Noi, prigionieri tra quattro mura, con i rapporti umani ridotti all’osso e la routine quotidiana completamente stravolta. Con i pigiami e le tute da ginnastica che ci intasavano le lavatrici, quasi fossimo malati ancor prima di risultare positivi a un eventuale tampone!
Gli attacchi di panico ci sono letteralmente piombati addosso, ed è stato difficile tenere a bada l’ansia mentre i telegiornali ci bombardavano ininterrottamente con notizie negative! Ve la ricordate la terribile musichetta che accompagnava la pubblicità del virus? Se chiudo gli occhi mi pare di sentirla rimbombare ancora dentro la testa.
All’improvviso ci siamo trovati a dover occupare una marea di ore libere, così nell’amato e odiato Internet abbiamo ritrovato di tutto, passando dai semplici tutorial di cucina sino ad arrivare alla più complessa costruzione di un missile con annessa rampa di lancio!
Bene care frequentatrici del blog, bando alle ciance, se anche voi avete avvertito (o avvertite ancora) il bisogno di un piccolo aiuto psicologico gratuito vi consiglio vivamente di leggere il romanzo: “PER DIECI MINUTI” di Chiara Gamberale.
A livello personale stimo moltissimo questa scrittrice e a me piace definirla un “chirurgo dell’anima”, perché proprio come un vero medico, la Gamberale, sa spostare, curare, tagliare e suturare in maniera ineccepibile i sentimenti dell’animo umano.
L’autrice non ha timore nel mettersi a nudo davanti ai propri lettori, anzi, romanzo dopo romanzo ha confessato di aver sofferto di anoressia, depressione, e di essere tuttora seguita da uno psicologo.
Prima di cominciare però, rilassiamoci con la lettura del libro, che io trovo ironico, leggero e divertente, un vero e proprio idromassaggio al cervello.
Chiara (la protagonista del libro) entra in depressione quando trasferitasi a Roma viene lasciata di punto in bianco dal marito. Il mondo le si sgretola sotto i piedi, e a peggiorare la situazione già gravemente compromessa ci si mette pure la perdita del lavoro.
L’unico punto fermo che le resta è la sua psicologa di fiducia, la dottoressa T, che la sprona a guardare la realtà con occhi diversi e le propone il famoso gioco dei dieci minuti.
Dieci minuti nei quali la paziente dovrà fare qualcosa di mai fatto prima.
Chiara inizia “la cura” facendosi mettere dall’estetista uno smalto fucsia sulle unghie delle mani e dei piedi, un cambiamento che seppur minimo le sembra immenso. Quasi non ci crede di essere riuscita ad accantonare almeno per un attimo l’amato color nero! Giorno dopo giorno, lasciandosi andare con coraggio al flusso degli eventi arriverà a essere una “quasi madre” ospitando in casa Ato (un giovane ragazzo immigrato).
Vi lascio con alcune frasi che mi hanno colpito in maniera positivo e mi hanno portata a riflettere su alcuni aspetti della mia vita.
* Ma la verità è che non si cresce insieme perché capita o per magia. Bisogna stare, anzi, molto attenti. E se uno dei due cresce anche solo di mezza consapevolezza più in fretta dell’altro, poi è un disastro ritrovarsi.
* Si diventa così sordi, quando la paura di perdersi supera la voglia di trattenersi.
* Testa esausta e cuore sbucciato.
* Assurda, noiosa e fantastica la vita, quando non tocca a noi.
* E noi dobbiamo saltare. Nudi. Saltare. E basta.
Anch’io ho fatto compagnia ad Alessia nella lettura del libro, lo avevo già letto, ma come scrive Ale, è sempre bello seguire la Gamberale, per il suo modo di scrivere, per le verità di cui tanto abbiamo paura.
Anche a me sono rimaste impresse delle frasi:
“Ma i 10 minuti servono anche a questo: a non pensare almeno per un attimo, quello che ho sempre pensato”;
“Si diventa così sordi, quando la paura di perdersi supera la voglia di trattenersi”…
E ce ne sono anche tante altre, e tutte di una gran verità, che fan pensare, che ci smuovono dall’ordinario, dal “tutti i giorni”, un po’ il nostro qui et ora.